Upcycling Food: come l’Italia riparte nella lotta allo spreco alimentare
Nel corso del 2021 lo spreco alimentare emerge nuovamente come un problema in termini economici e ambientali, da risolvere al più presto.
Non a caso, infatti, il Governo Italiano ha stanziato 1 milione di euro nella Legge di Bilancio del 2022 per combattere gli sprechi alimentari nella ristorazione. I ristoranti sono naturalmente tra i luoghi in cui lo spreco di cibo si registra più frequentemente, anche a causa di un’errata gestione dell’acquisto di cibo o delle prenotazioni.
Ovviamente i dati emessi a fine del 2021 in merito allo spreco di cibo complessivo in Italia riguardano anche le famiglie e i singoli individui, nonostante il Bel Paese risulti essere tra i più virtuosi, all’interno del G8, in termini di riciclo alimentare.
Spreco alimentare: una panoramica attuale
Secondo i dati riportati dal Waste Watcher International Observatory, l’Italia risulta il Paese più attento allo spreco alimentare tra gli appartenenti al G8. Le stime, però, confermano ancora un eccessivo spreco di alimenti che si attesta su 529 grammi settimanali pro capite. Un dato, questo, che può e deve essere migliorato, tanto da un punto di vista commerciale che individualmente, all’interno delle proprie abitazioni.
Sono varie le motivazioni che rendono il dato sullo spreco di cibo in Italia così alto, nonostante la sensibilizzazione e le campagne di comunicazione rivolte al riuso e alla salvaguardia dell’ambiente degli ultimi anni.
Tra i fattori più rilevanti vanno valutate dinamiche personali in cui, però, si ritrova la maggioranza della popolazione italiana. Il 44% degli intervistati afferma di aver dovuto buttare del cibo in quanto scaduto, non avendo prestato attenzione alla data di scadenza. Il 40%, invece, afferma di acquistare un numero maggiore di beni alimentari rispetto al proprio fabbisogno e di doverlo quindi buttare una volta rovinatosi. Infine, il 33% degli intervistati ha affermato di cucinare cibo in quantità superiore al necessario.
C’è poi chi si dimentica di avere il cibo in dispensa (in media, 1 italiano su 2) e chi invece non apprezza gli avanzi del giorno precedente e decide di conseguenza di non consumarli arrivando a buttarli via. Inoltre un dato interessante che riguarda anche il mondo della ristorazione è quello per cui gli individui abituati a mangiare fuori casa più volte a settimana, si dimostrano i più “spreconi”.
E nella ristorazione?
Delle 20 milioni di tonnellate di cibo sprecato all’anno in Italia, ben il 21% proviene dall’ambito della ristorazione, per un totale di 15 miliardi di euro di perdita annuale, equivalenti all’1% del PIL nazionale.
Ridurre gli sprechi in ambito ristorativo, quindi, può essere determinante per tre fattori differenti: economico, ambientale e gestionale. Evitare gli sprechi alimentari in un ristorante, infatti, significa ridurre anche le spese per l’acquisto di beni di consumo dovendo affrontare solo quelle strettamente necessarie e per riuscirci è obbligatoria una gestione più accorta della propria attività.
Ogni chilo di cibo sprecato corrisponde, secondo le stime, a circa 4,5 kg di CO2 emessi nell’ambiente e questo ha ovviamente un grave impatto sulla salvaguardia del clima e del pianeta.
Per fare la differenza ogni ristoratore dovrebbe adottare delle strategie per la lotta agli sprechi, ovviamente basate sul proprio modello di business, ma che tengano anche conto di alcuni fattori comuni.
Definire standard operativi, tenere sotto controllo qualità e quantità dei prodotti ed effettuare il controllo incrociato nella produzione dei piatti, permetterà al gestore di stabilire la capacità massima erogabile e il livello qualitativo che si desidera fornire al cliente. Inoltre, gestire le prenotazione in modo efficace e responsabile può ulteriormente aiutare il ristoratore ad evitare sprechi alimentari.
Gli strumenti per evitare lo spreco di cibo nei ristoranti
Come già accennato in precedenza, con la nuova Legge di Bilancio del 2022 il Governo Italiano ha annunciato di aver messo a disposizione delle aziende attive nel settore della ristorazione 1 milione di euro di finanziamenti per aiutare i ristoranti nella transizione ecologica.
Una transizione che, naturalmente, tocca anche le tematiche relative alla riduzione degli sprechi alimentari e che premia l’upcycling food, il riuso di cibo di scarto tramite app apposite oppure all’interno della filiera industriale attraverso la produzione di fibre artificiali.
Per garantire un’efficienza maggiore nella gestione degli sprechi alimentari e delle prenotazioni, in modo da limitare al minimo le perdite causate da spese eccessive è necessario fare affidamento sui giusti strumenti messi a disposizione dalla tecnologia.
Il registratore di cassa, ad esempio, quale cuore pulsante al fianco della cucina in un’attività ristorativa può sicuramente contribuire a ridurre l’impatto energetico del proprio business, ottimizzare la gestione delle spese alimentari e semplificare i processi organizzativi e burocratici del punto vendita. La formula All-in-One di EasyCassa può fare la differenza grazie alle numerose possibilità trasversali offerte che permettono di gestire in modo efficiente il turnover dei tavoli grazie alle statistiche dedicate e di ridurre notevolmente l’impatto ambientale grazie ad un efficientamento energetico tipico delle macchine di ultima generazione.
Come detto in precedenza, infatti, l’importanza di ridurre gli scarti alimentari risiede principalmente nella necessità di minimizzare l’impatto ambientale del settore ristorativo e per raggiungere l’obiettivo risulta necessario anche gestire nel modo migliore possibile il consumo energetico.
Pubblicato da
Redazione EasyCassa
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